Cinema Le recensioni di Martina Corvaia

The Fall Guy: la recensione di Martina Corvaia

Ryan Gosling ed Emily Blunt in The Fall Guy (Credits: Universal Pictures Italia)

The Fall Guy, la recensione del film di David Leitch con Ryan Gosling ed Emily Blunt

Provate a pensare a Tom Cruise. L’uomo che superata la soglia dei 60 anni non smette di buttarsi a capofitto in missioni impossibili, sfidando le leggi di gravità senza il benché minimo aiuto di una controfigura pronta a fare il lavoro al posto suo. Chapeau. Sul grande e piccolo schermo siamo abituati a vedere gli attori recitare, improvvisare, emozionarsi con quella lacrima che riga il viso per la commozione o la grossa risata. A volte è difficile scindere l’attore dal personaggio che interpreta, tanta è la sintonia empatica da derivarne leggende legate alle “maledizioni” sul set. Ci sono attori che vogliono la parte intoccabile, inalterata, amanti del rischio e del pericolo da rifiutare lo stuntman ‒ Tom Cruise è uno di quelli ‒. Nessuno ne parla, finalmente arriva un film che illumina gli uomini che cadono, in bilico tra la vita e la morte: The Fall Guy.

Citazionista, adrenalinico con venature da mystery thriller, ironico come una buona commedia americana sa essere, David Leitch gira uno dei film più riusciti di tutta la carriera hollywoodiana, per glorificare tutti i divi che hanno iniziato a calpestare il terreno del cinema attraverso il corpo e, perché no, anche il loro cuore.

The Fall Guy sbircia il dietro le quinte della macchina da presa, oltrepassando i riflettori che mettono al centro dell’attenzione la fama dell’attore. Cosa succede quando sul set ci si spinge oltre il limite del possibile? Interviene lo stuntman, pronto a sfidare le eventualità. Con tutte le conseguenze del ruolo. David Leitch proviene da questo universo: in principio stuntman nella Hollywood degli anni ‘90. Quindi un film semi-autobiografico, si direbbe.

La cifra stilistica si vede tutta. Come Atomica Bionda (2017) e Bullet Train (2022), Leitch non rinuncia all’azione, ai colpi di scena, alla pistola puntata sulla tempia, ai virtuosismi che pepano un piatto saporito, salato e dolce allo stesso tempo. E che piatto! L’azione ‒ merito anche della sua partecipazione a John Wick ‒ si mescola alla risoluzione del caso con un’aggiunta al miele che non dispiace per niente. Un pastiche buono, travolgente da vedere, che funziona senza annoiare mai. Un pizzico di ironia e battute sarcastiche meta-cinematografiche insieme a un duo che trasuda una grande affinità alchemica e il gioco è fatto.

Adattamento cinematografico della serie TV anni ’80 Professione pericolo, The Fall Guy è la storia dello stuntman Colt Seavers (Ryan Gosling), innamorato della bella Jody Moreno (Emily Blunt), futura regista, che si ritrova a indagare sulla vicenda dell’attore scomparso Howie (Aaron Taylor-Johnson), personaggio principale del parodico Metalstorm ‒ ambientazione e musica uguale al campione d’incassi Dune di Denis Villeneuve ‒. C’è un dettaglio che scolpisce The Fall Guy nell’immaginario collettivo: il titolo, il doppio senso che plasma tutto il film dall’inizio alla fine. Sì, perché the fall guy è l’uomo delle cadute che si getta perfino da un dirupo sul set pur di confezionare la scena perfetta ma è perfino l’uomo che sacrifica la propria vita per uno dei lavori più belli che si possano fare per la Settima Arte.

The Fall Guy è Leitch stesso che ha trovato il coraggio di mettere in scena ciò che è stato senza averne paura. E sul finale il colpo di scena e i titoli di coda vogliono la loro parte: il backstage e i veri stuntmen si scambiano uno sguardo d’intesa. Nel film di Leitch nulla passa inosservato.

VOTO: 8.5/10

Martina Corvaia

The Fall Guy locandina film (Credits: Universal Pictures Italia)
The Fall Guy locandina film (Credits: Universal Pictures Italia)

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