In Evidenza Interviste Le interviste d'autore di Carmen Minutoli

L’ ATTORE PATRIZIO PELIZZI: “Vivi e lascia vivere”

LE INTERVISTE D’AUTORE A CURA DELLA GIORNALISTA CARMEN MINUTOLI 

Patrizio Pelizzi è un bravissimo attore che ha saputo fare della sua passione la sua professione e come si evince dall’intervista la sua ragione di vita. Cresciuto in una famiglia dove si è  sempre respirato il profumo dell’Arte, ne è rimasto influenzato ed affascinato. Buona lettura. CM

Patrizio Pelizzi; un papà che ha lavorato con Sergio Leone, lo zio Raf Baldassarre, noto attore…Possiamo definirla “figlio d’arte”?

Non mi sento assolutamente figlio d’arte, loro mi hanno trasmesso questa bellissima passione (senza favoritismi) con molta serietà e deontologia professionale. Mio padre Valentino, da ragazzo era un temerario, sapeva andare molto bene a cavallo, infatti ha avuto molte esperienze lavorative come stuntman nei film Western e cappa e spada. Mi racconta spesso degli aneddoti della sua esperienza sul famoso set del film “Il buono, il brutto, il cattivo”(1966) diretto da Sergio Leone, con i grandi Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Eli Wallach Erano gli anni 60 dove c’erano superlativi sceneggiatori e registi. Zio Raf è stato un attore molto eclettico, ha recitato in svariati film western, commedie, horror. Sono contento per loro, hanno avuto la possibilità di lavorare con grandi professionisti.

Che Artista si sente… In 3 parole…

Le tre parole le trasformò in un Motto:

vivi e lascia vivere”. Vivi e lascia vivere” è in grado di farci riflettere sul fatto che bisogna essere capaci e consapevoli, anche quando un evento così devastante irrompe all’improvviso nelle nostre vite, di trovare il lato propositivo e ricominciare con rispetto di noi stessi e degli altri.

E come semplice persona?

Leale, onesto e coerente.

Recita fin da bambino in spot come “il Cornetto Algida” e poi a soli 8 anni nei famosi “fotoromanzi”. La passione per la recitazione è anche un lodevole “vizio di famiglia” quindi?

Questo vizio lo definisco una meravigliosa passione; si è iniziata in tenera età. Sicuramente mi è stata trasmessa da mio padre. Ho iniziato a fare casting da bambino avevo circa 9 mesi. Ho lavorato nei fotoromanzi e in molti Spot pubblicitari, dal Cornetto Algida, Bastoncini Findus, Shampoo neutro Roberts, etc etc. Per me era un puro divertimento, era come stare in un bellissimo parco giochi.

Vuole rincordare qualche insegnante in particolare che l’ha formata durante i suoi studi artistici?

Sono molti. Ricordo con affetto la mia prima insegnante di teatro e dizione, l’attrice Annamaria Bottini (lei recitò nel famoso film di Luchino Visconti “Il Gattopardo”), l’attrice/insegnante Francesca De Sapio che dirige il “Duse International” a Roma e New York, dove ho studiato per molti anni; per chi non lo conosce Il Duse è un Centro Internazionale di Cinema e Teatro, fondato a New York nel 1985 da Francesca de Sapio e Giuseppe Perruccio. Poi, Thomas Otto Zinzi, Silvia Pepitoni, Claudio Sorrentino, Beatrice Bracco, Lino Damiani, Antonio Prisco e il caro Gigi Proietti.

Complimenti! Oggi come procede il vissuto artistico/lavorativo? Ovvero, dagli esordi e dai primi lavori cos’è cambiato a distanza di tempo?

Sicuramente la mia passione per questo bellissimo mestiere non è cambiata, anche se il percorso è sempre più in salita. A mio avviso sono più maturo dopo tanti anni di gavetta con molte esperienze professionali lavorative alle spalle. Da ragazzo era più semplice superare i provini, si facevano in presenza direttamente con i vari casting o registi, adesso con i Selftape c’è un rapporto più freddo con gli addetti al lavoro. È difficile creare un feedback tramite gli Smartphone o PC. Poter vincere un provino è sempre molto difficile in questo periodo storico, nonostante lo studio, la passione e la costante dedizione. In questo meraviglioso mestiere si è sempre messi alla prova. In primis conta anche una buona dose di fortuna.

Spesso la carriera artistica è contrastata da diverse difficoltà, luoghi comuni, porte difficili da sfondare, specie per chi parte da zero e senza alcun aiuto; È stato così anche per lei?

Concordo. Non ho mai avuto aiuti da nessuno. In questo lavoro bisogna solo contare su sé stessi e stare sempre con i piedi per terra.

Adesso pensa che la “gavetta” è finalmente superata?

La gavetta nel mio caso non è superata. È ancora molto lunga!! Non vedo ancora la fine…

Ha qualche “rivelazione” importante che ha voglia di svelare in questa intervista? Qualche “Anticipazione” artistica a cui sta lavorando?

Per scaramanzia non anticipo nulla… Ho dei progetti in cantiere e un nuovo film per il cinema in uscita, diretto dal Maestro Pupi Avati.

Progetti passati e recenti: C’è qualcosa nel vissuto ad oggi che non è ancora riuscito a realizzare ma a cui tiene fortemente? O meglio, quali sono i Sogni che sente di aver già realizzato e quelli ancora nel cassetto?

Tutto sommato sono contento per tutto quello che ho fatto e realizzato nel campo cinematografico, televisivo e teatrale con le mie uniche forze, nonostante tante porte, cancelli e portoni in faccia. Ho molte interessanti sceneggiature per il Cinema che ho scritto. Ho una sceneggiatura a cui tengo molto. Per realizzare questo sogno dovrò trovare un Produttore cinematografico sensibile e serio.

Se tornasse indietro, artisticamente, cosa non rifarebbe e cosa invece farebbe senza esitare?

Rifarei tutto. Forse partirei per gli Stati Uniti d’America o l’Australia per fare esperienze internazionali e approfondire nuove culture, usi, costumi e la lingua inglese.

Quali valori sono importanti per Patrizio? Quali prova a trasmettere?

L’onestà è il rispetto per chi crede nelle proprie passioni. Aggiungo anche l’umanità, l’altruismo e tanta sensibilità per chi è meno fortunato.

Vuole raccontare qualche aneddoto per esempio sui primi incontri con produttori, colleghi, personaggi vari incontrati in ambito lavorativo avvenuti in passato o anche recentemente?

Di aneddoti ne avrei molti ma preferisco tenerli per me. Però mi piace ricordare una frase di Sharon Stone con cui ho lavorato in un film. <<Patrizio, credi sempre in te stesso anche nei momenti down del nostro bello ma difficile lavoro>>.

Pelizzi e Pupi Avati in Dante
Patrizio Pelizzi con Pupi Avanti nel film “Dante”

Lei ha lavorato con bravissimi registi, quali Alberto Ferrari, Pupi Avati, Raffaele Mertes, Emanuela Piovano, Tomaso Sherman, Oliver Dommenget, Alessandro Capone, Ornella Mereghetti… Che impressione ha di loro e cosa le hanno trasmesso?

Sono tutti grandissimi professionisti. Ognuno di loro ha migliorato e arricchito di molteplici valori il Patrizio Sognatore… Sono grato al Signore di averli incontrati nel mio percorso Artistico e Umano. Il Maestro Pupi Avati mi ha insegnato il rispetto per il nobile mestiere dell’attore.

Il film e/o il ruolo che le ha dato più soddisfazioni?

In ogni personaggio che interpretato ho sempre messo anima e cuore, anche per il rispetto del pubblico sovrano. Mi sono divertito quando recitai nella storica Soap Opera Rai ”Un posto al sole” nel ruolo di Ivan Canali e nella serie tv Mediaset “Questa è la mia terra”, regia di Raffaele Mertes nel ruolo del Partigiano Leone.  Forse ancora deve arrivare il ruolo che mi darà soddisfazioni e una pace interiore.

Cinema, Tv, Teatro; quale sente più vicino al suo talento espressivo?

Sicuramente ho un debole per la tavolaccia teatrale, per il riscontro immediato con il pubblico. Comunque amo anche il cinema e la TV. Ho sempre alternato, cinema, teatro, doppiaggio e fiction tv.

Fra i recenti lavori lei ha preso parte al film “Dante”, di Avati. Cosa pensa del film, rispecchia la storia del “Sommo Poeta” secondo lei?

Ho un bel ricordo del film “Dante”(ora disponibile anche su Netflix). Per me è stato un grande onore essere diretto dal Maestro Pupi Avati, specialmente in questo Capolavoro biopic (con Pupi Avati ho avuto la fortuna di lavorare in 6 film). A mio avviso Pupi Avati è tra gli ultimi grandi Maestri di regia e sceneggiatura in Europa. Pupi aveva dentro il cassetto della sua scrivania questo soggetto cinematografico sulla vita di Dante Alighieri da circa venti anni, non è stato semplice realizzarlo. Prima di esprimere un qualsiasi giudizio di un lavoro Cinematografico penso e rifletto sullo sforzo del regista e di tutte le varie Maestranze per realizzarlo. Una parte di spettatori ha criticato il film per l’assenza di pathos, focalizzata troppo sulle vicende personali del Sommo Poeta che non sui suoi versi. Pupi Avati ha scelto tramite la sua sensibilità di non addentrarsi eccessivamente nell’opera di Dante, ma di sfiorarla delicatamente per non restarne risucchiato e per farci capire il lato umano del Poeta. Umanizzare un grande Poeta del Medioevo non è un’impresa facile. Mi è piaciuto anche il Romanzo “L’alta fantasia” edito da Solferino da cui è tratto il film.

Le storie di italiani noti raccontati e prodotti da stranieri esempio House of Gucci, Ferrari… La sua opinione?

Sono dinamiche molto complesse. Sicuramente le produzioni straniere hanno un budget diverso dall’Italia, quindi hanno la possibilità di realizzare un lungometraggio nei minimi dettagli a 360%. In questi film avrei preferito dei volti italiani per dare più credibilità all’opera.

Il Cinema, il Teatro: hanno ancora un pubblico di appassionati?

Ovvio. Nonostante la concorrenza delle piattaforme digitali, abbiamo tanti cinefili di sala e molte persone che vanno a teatro per ammirare gli attori dal vivo.

Lei è un “Vince Award” ovvero ha ricevuto il prestigioso Premio Vincenzo Crocitti International. Vuole dire qualcosa in merito?

Ricordo come oggi quel fantastico giorno del dicembre 2019. È stata una giornata grandiosa, piena di emozioni. Ringrazio ancora l’Autore e Direttore Generale del “Premio Vincenzo Crocitti International” Francesco, (un ragazzo onesto, sensibile e preparato), che ha saputo coniugare talento e passione, coinvolgendo persone che meritano tra artisti emergenti, noti e meno noti. In quel giorno insieme a mia madre Rosi e il caro papà di Francesco (Antonio) ho respirato aria pura… Piena di Meritocrazia.

Il cinema italiano, la TV, il teatro, gli Eventi, la Radio, il web, quali differenze nota nel sistema tra le produzioni italiane ed estere? Avrebbe voluto “trasferirsi” per cercare altre opportunità?

Sicuramente all’estero tutte queste attività artistiche fanno parte di una cosiddetta industria, mentre in Italia è tutto più artigianale. Non voglio demonizzare l’Italia anche perché quello che facciamo nel nostro bel Paese è tutto molto autentico. Alla fine le mie opportunità preferisco trovarle nella mia Terra d’origine.

Il lavoro degli Artisti, oggi, quanto è importante per la Società civile, specie post pandemia che ha “stravolto le certezze” di molti e il vivere quotidiano anche con gli avvenimenti internazionali più recenti?

Definisco gli artisti dei purificatori di Anime. Pablo Picasso diceva: L’Arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita quotidiana. L’Arte migliora le nostre vite, aumenta il benessere e diminuisce la quantità di stress. Come si potrebbe vivere senza musica, teatro e cinema? Sarebbe un Mondo buio e arido.

Quanto ha influito secondo lei, ed influisce l’avvento della tecnologia? In generale e nella quotidianità? Lei quanto uso ne fa?

La tecnologia è il progresso! Dobbiamo sapere cosa vogliamo dalla tecnologia. La uso a piccole dosi. Non dobbiamo essere troppo dipendenti.

Oggi va di moda il tema sulla Intelligenza Artificiale applicata ovunque, quindi anche nel campo artistico e il Cinema sembra non sarà risparmiato; la sua opinione in merito?

Non sono molto d’accordo sull’intelligenza artificiale. Sono aperto alle novità. In questo caso l’uomo non può essere sostituito da un Robot, sarebbe un Mondo disumano e senza sentimenti.

Gli scioperi di questi anni e le “rivolte” di tanti artisti sia in Italia sia all’estero, specie dei doppiatori…cosa ne pensa?

Noi Artisti dobbiamo batterci per i nostri diritti. L’importante è farlo con intelligenza e con le giuste richieste.

Le recenti novità sul Contratto Nazionale di Attori e Attrici; secondo lei sono favorevoli?

Sono favorevoli per migliorare le nostre paghe. Dallo scorso 20 dicembre 2023 abbiamo raggiunto degli accordi per il nuovo CCNL per il nostro comparto (spesso maltrattato…Figli e figliastri), che andrà in vigore dal prossimo 1° marzo 2024. Le produzioni cinematografiche e televisive, con le Agenzie Artistiche dovranno adeguarsi alle nuove normative. Spero che andrà tutto bene.

Se non avesse fatto l’attore, quale alternativa?

Forse sarei rimasto nella Polizia di Stato, adesso sarei passato al grado di Commissario di Polizia. O avrei fatto il calzolaio (lo dicevo sempre ai miei genitori da piccolo). La passione e il Fuoco Sacro mi ha fatto scegliere di proseguire questa tortuosa ma bellissima strada artistica.

La classica domanda: Come immagina il futuro? E nel “futuro” che immagina chi è Pelizzi?

Dopo tanta gavetta e 30 anni di carriera immagino di proseguire il mio lavoro d’attore professionista e scrittore. Forse anche regista dopo i 60 anni, mai porsi dei limiti. Questo mestiere è Croce e Delizia per me. È stato uno dei motivi principale per cui ho combattuto e combatto ancora. Fin dall’inizio ho pensato che quello che so fare è questo mestiere. Quello che ho sempre amato di questo mestiere è la trasformazione, se ci pensiamo attentamente è un mestiere che mette a dura prova la mente cioè il vivere ogni volta nella testa di un altro, che sei sempre tu, ma nella verosimiglianza dell’interpretazione, devi essere un altro. Questa cosa mi ha sempre affascinato, c’è una sorta di trasformismo che ti permette di rilevare tutto quello che sei dal positivo al negativo. Una sorta di psicanalisi.

-Le origini, la propria terra, l’amicizia, la famiglia, la fede, l’amore… cosa sono per lei?

Fanno parte delle mie radici, non potrei farne a meno.

Patrizio, qual è la domanda che nessuno le ha mai fatto e che avrebbe voluto le fosse rivolta?

Questa: In questo difficile periodo post pandemico, di tragiche guerre e continui femminicidi, cosa spinge l’uomo a fare del male?

-….e cosa risponde….

La mia risposta è molto diretta: Il male è una vera piaga per l’umanità. Se un uomo è ignorante, è chiaro che non potrà avere una gradevole evoluzione dell’anima. Il male genera ignoranza. Se l’uomo ignora alcuni fatti evidenti è portato a compiere il male e quindi non potrà mai essere sereno o felice. È importante anche avere una Fede, sopra di noi c’è sempre qualcuno che ci guida e protegge, Un Angelo Custode.

Patrizio Pelizzi: a chi pensa di voler dire un semplice GRAZIE?

Ai miei genitori, a Dio Padre Vita e tutte le persone che hanno creduto nelle mie potenzialità. Grazie anche a Lei per la gradevole intervista!

Ricambio e Ad Maiora Semper. CM

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Copyright: la presente intervista è concessa in esclusiva a Carmen Minutoli. Riutilizzo consentito citando autrice e fonte_Cinepress 

 

 

 

 

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